DEPRESSIONE NEL PAZIENTE ANZIANO

Con il termine depressione senile, si definisce una patologia affettiva che interessa gli anziani dai 65 anni in avanti, in particolare coloro che presentano altre patologie mediche o psichiatriche.
Nel paziente anziano, essa può essere il risultato di una psicopatologia depressiva con esordio sin dall’età giovane adulta o manifestarsi per la prima volta in età senile. Nel primo caso si parla di depressione senile ad esordio precoce (early onset), ossia prima dei 65 anni d’età, nel secondo caso di esordio tardivo (late-onset), in cui il primo esordio depressivo si è manifestato dopo i 65 anni.
Più della metà delle depressioni maggiori senili ha esordio tardivo. Queste forme risultano meno influenzate da fattori genetici. Dal punto di vista eziologico si osserva una multifattorialità e una maggiore associazione a patologie mediche, in particolare a disturbi neurologici, un maggior rischio di mortalità e una maggiore resistenza al trattamento.

DEPRESSIONE

La depressione senile, pur presentando alcuni sintomi simili alla depressione del giovane adulto, si manifesta con proprie peculiarità, dando vita a quadri clinici complessi ed eterogenei.

Una prima peculiarità è data dal fatto che l’anziano lamenta in misura minore il sentimento di tristezza e presenta una maggior prevalenza di sintomi somatici e preoccupazioni ipocondriache. Gallo, Rabins e Lyketsos (1997) utilizzano il termine “depression without sadness” per indicare una sindrome depressiva caratterizzata da ritiro, apatia, mancanza di vigore e da una prevalenza di sintomi somatici, attraverso i quali l’anziano concentra le sue preoccupazioni sul proprio stato di salute e sul proprio corpo.

Il sintomo ipocondriaco non è altro che una modalità di presentarsi della malattia depressiva, che porta il paziente a focalizzare la sua attenzione sul proprio corpo, trascurandone i sintomi affettivi: spesso l’anziano lamenta disturbi fisici che lo portano a sottoporsi a controlli medici dai quali però non emerge riscontro di patologie.

Un’altra peculiarità della depressione senile è la prevalenza di sintomi cognitivi rispetto a quelli affettivi; l’anziano depresso può lamentare difficoltà attentive, di concentrazione e di memoria e in generale una ridotta efficienza intellettiva. In realtà, è noto che la psicopatologia depressiva, indipendentemente dall’età in cui si manifesta, influisce sulle capacità cognitive dell’individuo. Nel caso specifico del paziente anziano, si può manifestare un impoverimento cognitivo caratterizzato da deficit di attenzione di memoria e rallentamento psicomotorio molto simile a quello osservato nella demenza.

Il calo cognitivo dell’anziano con depressione è stato identificato da Kiloh (1961) con il termine “pseudo-demenza”, intendendo che le difficoltà cognitive presentate hanno la caratteristica delle reversibilità; al contrario della demenza vera e propria, i deficit cognitivi possono scomparire o migliorare con la remissione della depressione, in quanto sono determinati dal processo depressivo stesso. Nel caso in cui invece la compromissione cognitiva continui a persistere nonostante il trattamento dei sintomi depressivi, potrebbe rappresentare una prima manifestazione di demenza.
La pseudodemenza si distingue dalla demenza vera e propria non solo per il carattere di reversibilità ma anche per la consapevolezza che l’anziano depresso ha della scarsa efficienza delle proprie capacità cognitive.
La depressione nell’anziano può manifestarsi attraverso un corredo sintomatologico suddivisibile in sintomi vegetativi, cognitivi e psico-somatici.

Tra i sintomi vegetativi più comuni si trovano i disturbi del sonno (frequenti risvegli e insonnia), la perdita dell’appetito e della libido.

I sintomi cognitivi, già citati, comprendono la diminuzione dell’attenzione e della motivazione, l’insicurezza, il rallentamento del pensiero, la ridotta concentrazione e le rimuginazioni continue.
I sintomi somatici comprendono l’astenia, la faticabilità, il calo ponderale e il dolore locale o diffuso. Possono presentarsi inoltre cefalea e le vertigini. I sintomi somatici che riguardano l’apparato cardiocircolatorio sono le palpitazioni, la tachicardia, il dolore e il senso di oppressione al torace. Quelli dell’apparato respiratorio sono la dispnea e la tachipne. I sintomi somatici gastrointestinali si manifestano con bocca secca, dispepsia, aerofagia e stipsi. Si possono riscontrare inoltre sintomi dell’apparato genitourinario come la pollachiuria, l’urgenza minzionale, la disfunzione erettile e il calo della libido sessuale.

Inoltre la psicopatologia depressiva può manifestarsi nell’anziano anche attraverso un’alterazione del comportamento, come il rifiuto del cibo, le grida e gesti aggressivi, che sono molto frequenti nella demenza. Oltre a tali sintomi, il quadro depressivo può presentare anche sintomi psicotici (deliri di colpa, di povertà, deliri nichilistici o deliri di negazione). Nel soggetto anziano le terapie farmacologiche non differiscono da quelle utilizzate nel giovane adulto. Tuttavia occorre precisare che molti farmaci non sono testati su tale fascia di età o in pazienti che presentano numerose comorbilità, tipiche del paziente anziano.

Ecco quindi che il Geriatra esperto in disturbi del tono dell’umore sarà in grado di discernere tra depressione e demenza. Lo specialista utilizza i trattamenti farmacologici più adeguati, garantendo un elevato profilo di safety, accompagnando il paziente anziano in un percorso psico-riabilitativo con beneficio sulla qualità di vita e l’autonomia funzionale.